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Nel paese dove non si muore mai, dove il corpo è forte come il piombo, le donne spariscono in seguito ad aborti clandestini oppure per una storia d'amore disperata; gli uomini, invece, finiscono in prigione per aver osato dire che al mercato non si trovano più patate. Eppure, in un mondo ferocemente maschilista, le ragazze crescono robuste, indistruttibili, tra il culto di Madre-Partito e quello della verginità, circondate da madri, nonne, zie, professoresse che sono al tempo stesso severissime e amorevoli, guardiane di un rigido matriarcato domestico. Siamo in Albania, terra di polvere e fango, ai tempi della dittatura, ma il paesaggio di Ornela Vorpsi è un territorio letterario per eccellenza: esemplare, metaforico, universale, un compendio tragico della condizione femminile e umana in ogni parte del mondo. Con una lingua simile a un bisturi, in un italiano adottato come si adotta una speranza, Ornela ci racconta l'antieducazione sentimentale di tutte le donne in mezzo alla violenza e alla solitudine, le loro storie vergogna, di proverbi e cucine seminterrate.